Non ci resta che piangere…

…ma va bene così! Voglia d’America la chiamo io, e chi vi scrive è molto più “filo americano” di tanti altri. L’America la sogni per le grandi praterie, per i luoghi sterminati, per le macchine, lo sfarzo, Hollywood, Miami, Disneyland… Da oggi l’italiano sogna l’America anche per la politica e l’impatto mediatico Bersani-Renzi tv ne è la prova. Prima le primarie, poi la televisione con tanto di timer, domande dal pubblico e tutto quanto fa spettacolo. L’italiano ieri sera (io ero a cena fuori) ha assistito tra lo scontro di due candidati, appartenenti a fazioni opposte, per la presidenza del consiglio futuro… ehm…scusate… di due candidati appartenenti…. Scusate, mentre scrivo sto leggendo un trafiletto di la Repubblica che testualmente cita “…abbiamo raccontato mille volte, invidiato e mitizzato del 1960 The debate, il duello che oppose Kennedy a Nixon, il rito è sbarcato anche sui nostri teleschermi”. L’autorevole penna che lo firma è quel Vittorio Zucconi con residenza a Washington che ogni giorno ci propina la sua ricetta per vivere meglio in Italia, lui che ovviamente ha pensato di trapiantare la sua famiglia altrove. Il rito che è sbarcato qui in Italia e che si è consumato ieri sera non è neanche lontano parente di quello avvenuto 52 anni fa. Ieri sera a confrontarsi erano due personaggi di uno stesso partito il quale dovrebbe avere una linea politica ben delineata e gli appartenenti a quel partito dovrebbero differire di virgole e non di programmi interi. Ma la voglia d’America è veramente tanta che questi particolari non li stiamo neanche a guardare, in fondo oggi sono gli unici personaggi visibili del nostro mondo politico. Morta definitivamente la destra per l’italiano conta soltanto chi appare meglio in tv, siano dello stesso partito oppure no, basta che ci siano. Entrambi i candidati hanno dato sfoggio del populismo più totale non dicendo praticamente nulla, ma attenti al politically correct e nel caso di Renzi anche del bello apparire. Tanto alla sostanza non bada più nessuno perchè il popolo soffre di memoria corta…parecchio corta. Ieri sera però ci siamo addormentati con il nostro piccolo sogno americano, con il vecchio candidato ed il nuovo che furbescamente utilizza termini giovani e di uso corrente. Peccato che lui sia nato nel 1975 anno del primo Amici Miei, arcinoto film del regista Monicelli, inventore della supercazzola con lo scappellamento a destra come se fosse antani. Personalmente posso dire che ieri sera non è successo nulla, se non un patetico teatrino utilizzando parecchio fondo tinta, con le conseguenze che oggi gli schierati da una parte o dall’altra diranno quanto sono belli i loro guru con la speranza che poi quelle parole si trasformino in realtà. Nixon e Kennedy, Obama e Romney caro Zucconi sono lontani anni luce da noi e non è un caso che tu abbia stabilito la tua vita e quella dei tuoi figli in quella terra. Fai bene ad accendere il microfono a digitare sulla tastiera del tuo computer e dare aria alla bocca ed alle tue dita, tanto per quale sia il futuro leader, monterai sul carro del vincitore come sempre. Ma il tempo passa e le cose non vanno a migliorare anzi… E così mentre l’illustre giornalista rispolvera un episodio di 52 anni fa, tra qualche anno, ma anche tra qualche mese, del confronto di ieri sera non resterà traccia alcuna, se non nelle menti di chi ancora crede in questo povero e piccolo paese.

Cavallo di Troia e malati immaginari

Vi ricordate la storia del Cavallo di Troia? Ho appena finito una discussione con un collega “di sinistra” il quale continua a dare la colpa alla destra del fallimento della sinistra. Opperbacco! Grido io, facendogli notare che Renzi è del PD. Non è del PD! tuona lui, è della destra, mandato da Berlusconi a sparagliare le carte! Il bello è che le sue affermazioni le pensano anche altri a sinistra. Allora chi ha votato Renzi e sopratutto chi sono i fiorentini che nel 2009 lo hanno votato? Il mio collega sbaglia a porsi la domanda, perchè Renzi è stato effettivamente votato dalla sinistra (qualche esule ci sarà stato considerato che a destra c’è la morte civile), quella stessa sinistra che non ne vuole più sapere di D’Alema, Bindy tutti i vecchi che il buon Matteo vuol fare fuori. Il popolo della sinistra con un ordine supremo voterebbe anche Luxuria o più realmente Vendola se l’ordinasse il partito. Peccato però che il partito non ci sia più, e grazie a quello strano strumento delle primarie si sono “infettati” con bacilli altrui. Renzi di sinistra o di destra, non esiste. Esiste un Renzi che dichiara di aver espugnato le regioni rosse, peccato però per lui che il colore del partito al quale appartiene non sia arancione o giallo. Renzi ha dimostrato che Berlusconi non è morto, ma è vivo e vegeto perchè lui parla e agisce nella solita maniera, pur avendo meno donne al suo fianco. Renzi raccoglie il testimone berlusconiano e lo sbatte in faccia sia a sinistra che a destra raccogliendo consensi trasversali fino a poco tempo fa inimmaginabili. Ma Renzi, alla luce di tutto, ha un grande limite: non è Berlusconi. Voi direte: che fortuna!! No signori. Renzi oggi avrebbe la capacità politica di far confluire i voti che ha gia a sinistra più quelli di destra in un unico grande movimento centrista. Fossi Renzi non mi presenterei neanche alle primarie porgendo l’altra guancia a Bersani e Co. Renzi nel perdere con il 35.5% dei voti ha già vinto. Renzi dovrebbe cogliere quell’assit che gli ha portato il Cavaliere (e tutta la destra) su di un piatto d’argento ma sul quale lui non banchetterà mai, perchè per far quello ci vogliono gli attributi di un grande statista che non potrà mai essere perche proveniente dalla vecchia DC. I malati immaginari della sinistra hanno usato la storia del Cavallo di Troia per giustificare il loro fallimento e la scarsa propensione a vedere più in la del loro naso accogliendo a braccia aperte un cavallo che era vincente. Renzi è salito alla ribalta attraverso una città rossa come Firenze. A quel punto si è sentito legittimato da fare e disfare a suo piacimento. Cari “sinistri” anche se non andate in chiesa dovete recitare il “mea culpa” se oggi il vostro futuro lo guida un democristiano. Meditate gente, meditate….

Fi-Renzi città

Di tutti i dati venuti fuori dalle primarie il primo dato da analizzare è quanti voti in totale si è aggiudicato Matteo Renzi: 1.104.958 (fonte primarie) che gli è valso il 35,5% delle preferenze. Sinceramente ancora un pò lontano dai risultati del Cavaliere ma comunque una bella gatta da pelare per l’establishment del Partito Democratico. Un dato che interessa a noi fiorentini però è il risultato in città, una sorta di verifica di medio termine che serve per monitorare il gradimento dei fiorentini verso il loro amato sindaco. A Firenze si sono presentati 157.515 votanti e ben 85.983 hanno dato ancora una volta la preferenza al sindaco. Nel 2009 Renzi nel ballottaggio si aggiudicò 100.698 voti, 15.000 in più dell’odierno risultato. Vittoria? Sconfitta? Personalmente la giudicherei una vittoria giudicando anche l’operato del sindaco molto latitante dal 2010 in poi se non aver visto Firenze dallo schermo di una tv. Eppure, nonostante i mugugni, ancora una volta i fiorentini hanno premiato un loro figlio il quale in questo momento si è deputato al cambiamento del paese. E’ una storia ormai vecchia quella del campanilismo, nata dall’orgoglio di essere una città museo e di vivere all’ombra dei nostri grandi del passato. Alla fine del 2012 ci sono ancora 85.000 persone che credono nel sindaco e che giustificano il suo operato. Scrivere qui, oggi, cosa ne possa pensare e sopratutto snocciolare dei numeri mi sembra cosa superflua e patetica perchè comunque democrazia vuole che sia il popolo a decidere ed il popolo ad avere la sovranità su chi lo debba rappresentare. Staremo a vedere e leggere i risultati di lunedi prossimo per cercare di capire in quale direzione andrà sia Renzi sia il Partito Democratico, perchè il 2013 è dietro l’angolo e il risultato delle politiche pare oramai scontato. Cosa non scontata sarà il nome del premier e sopratutto la coalizione che governerà…

Due vincitori: la politica e l’idiozia

Oltre 3 milioni e mezzo di persone sono andate a votare per le primarie per un “incasso” totale di oltre 7 milioni d’euro. Che c’entra l’incasso con il voto? C’entra eccome, perchè per esprimere una preferenza nell’ambito di una coalizione politica, in questo caso il PD, il cittadino doveva tirare fuori 2 € di contributo, foraggiando quella stessa politica che vuole combattere iniziando a ridurre i costi della politica. Un paradosso tutto italiano quindi. 3 milioni e mezzo di persone non sono poi tante, ma danno un segnale forte alla politica, che il popolo è pronto ancora a spendere per contribuire a quello squallido teatrino che ci costa tantissimi danari ogni anno. Chi rottama, chi conserva, chi “oppure” ha preteso e ricevuto l’ennesimo obolo come se fosse una cosa normale. L’italiano è oramai abituato alla tassa che non si fa neanche più domande, talmente stordito dalle false chimere che ad ogni piè sospinto si ripresentano cicliche come salvatori della patria. Le primarie del PD hanno stabilito questo, che la politica avrà ancora i suoi teatranti e i suoi burattini perchè incapaci di recidere quel filo che li lega a questa sorta di masochismo. Gli stessi candidati che promettono cambiamenti non hanno avuto il coraggio di utilizzare gli abbondanti gettiti percepiti dal loro partito per autofinanziarsi una elezione che poteva essere benissimo gratuita. Non sono i 2 euro, è il concetto. Ma non è solo quello a dare forza a questa politica. E’ tutto l’indotto che circola intorno, con una sorta di movimentazione generale autofinanziata a partire dall’invio degli sms i quali anche quelli hanno una costo. Per non parlare poi della inutilità delle primarie in Italia, un uso preso dall’America ma di significato ben diverso. Ieri parte del popolo con la scusa della democrazia ha coperto la totale mancanza della spina dorsale dei partiti odierni, i quali rispetto al passato, non sono più in grado di candidare una personalità di spicco in seno al proprio partito. I risultati saranno sotto gli occhi di tutti come già annunciato dalla Camusso in caso di vittoria di Renzi, tanto per fare un esempio. Le primarie in America servono per stabilire un leader di una coalizione dove i perdenti comunque rimangono uniti e attaccati alla stessa barca. Qui è l’esatto contrario: una volta stabilito il vincitore gli altri escono emigrando in fazioni che lo combatteranno a spada tratta. Ed anche lo stesso popolo votante che ieri era in coda dentro la stessa casa del popolo si ritroverà a guardarsi in cagnesco vittima di una scissione da lui votata. Eccola qua dunque la politica e l’idiozia che da 20 anni regna sovrana in Italia. In America tutti possono dire “yes we can” perchè è il sentimento che unisce un popolo, lo stesso che si alza in piedi con la mano sul cuore durante il loro inno nazionale. Noi tuttal’più ci alziamo di sobbalzo in piedi con la mano sulla faccia di un altro se non condividiamo le stesse idee… anche questa è la nostra politica.

Le verità nascoste

Le bugie hanno le gambe corte diceva mia nonna e le parole non fanno farina. Come già abbondantemente detto in vari post precedenti Firenze si sta sgretolando ma a molti di noi la cosa sembra non importare. L’ultimo fatto  è il crollo di una parte del soffitto della Micro Piscina all’Isolotto per fortuna con nessuna grossa conseguenza fisica per i ragazzi. Voi potrete dire che c’entra questo con Firenze… C’entra eccome signori miei. La manutenzione di un piccolo edificio pubblico dovrebbe essere una cosa ordinaria e scontata per delle amministrazioni che si rispettino. Il fatto che cada parte di un soffitto di una piccola piscina fa capire di come i nostri amministratori tutti, non solo gli attuali, pensino ad opere faraoniche, dispendiose e poco utili, trascurando totalmente il quotidiano come appunto lo è una piscina o un giardino. Sono presi tutti a scavare, a giocare con i treni, che le cose più semplici vengono lasciate crollare con il rischio di fare anche qualche vittima. Il centro storico vive sul suo passato e guai a monitorizzare la sua salute o alla cura continua delle sue strutture. Un bel giorno cade un pezzo di marmo da Campanile di Giotto e che facciamo: nulla. Facciamo spallucce e confidiamo nel fatto che di marmo ce ne ancora. Non c’è strada, non c’è luogo a Firenze dove si respiri un senso di civiltà e di rispetto. Ogni luogo è contrassegnato da una bruttura o da una sciatteria per finire ai panni stesi in S.S. Annunziata. Prima ho citato gli amministratori ma i fiorentini ne sono colpevoli quanto loro perchè non sentiamo dire altro che: quanto è bella Firenze, quanto amo Firenze. Ci svegliamo dal torpore quando un personaggio di spicco dell’industria ci bolla poveri e piccini. Allora veniamo fuori in tutta la nostra fiorentinità e postiamo sui social network foto della Firenze storica… Non mi sembra che in difesa della città sia stato portato il palazzo di Giustizia, per esempio, oppure qualche edificio della Quadra Progetti. Il crollo del tetto di una piccola piscina come la manutenzione ordinaria degli edifici atti a ospitare il cittadino deve essere un impegno sacrosanto prima ancora di pensare ad un progetto faraonico. Ma queste sono solo le considerazioni di un blogger dal peso specifico pari allo zero che non vede oltre il suo naso perchè troppo impegnato a fare il dissidente. Ai posteri (quelli che rimarranno) l’ardua sentenza…

E adesso chi paga?

E’ alle cronache di questi ultimi giorni l’arresto di una banda di georgiani che ha razziato in lungo e in largo gli appartamenti dei fiorentini procurandosi un discreto bottino. Grazie ad un fine lavoro da parte della Polizia siamo arrivati all’arresto di questi delinquenti assicurandoli alla giustizia e cercando di rifondere alla meno peggio i poveri malcapitati che si sono visti sottratti dei loro beni. Ma si sa, l’Italia è un paese meraviglioso dove vige la legge del tutto e il contrario di tutto tanto da avere un magistrato che si è “dimenticato” di depositare in tempo il verbale di arresto consentendo a quelle brave persone di lasciare il carcere e tornare (si spera) da dove sono venuti. Omettendo volutamente i nomi di questa brutta vicenda, si scopre che il magistrato ha poi addossato la colpa al segretario reo di aver dormito un pò troppo. Fatto sta che abbiamo perso soldi e tempo per il nulla più completo vanificando tutto il lavoro di un gruppo di persone che mi risulta pagate moooooooolto meno del magistrato operante. A parte che si potrebbe aprire un capitolo sulla legittimità dei tempi da rispettare nei confronti di una flagranza di reato, ma la domanda sorge spontanea: chi paga l’errore? Chi è l’organo giudicante questa condotta che ha portato alla fine ad un dispendio del denaro pubblico? Domande alle quali mi piacerebbe avere una risposta pensando anche agli agenti delle forze dell’ordine che spesso si vedono assumere avvocati esterni a difesa del loro operato. E se i ladri non tornassero nel loro paese? A questo punto vista l’impunità che glie lo fa fare. Potrebbero benissimo riprovarci confidando nella lentezza delle procedure. Questa sarebbe giustizia? Questo sarebbe lo stato? Non mi è sembrato di leggere titoloni sulle pagine dei giornali da parte di chi dovrebbe correre alla guida di questo sgangherato paese. Domenica ci saranno le primarie, forse, hai visto mai che qualche ladruncolo si freghi poi i risultati…

Fate le vostre considerazioni

C’è il tempo per le parole (politichese) e il tempo per i fatti e numeri da dare. Questo articolo di Ghezzi parla chiaramente sull’indirizzo della regione Toscana a favore dell’integrazione. Integrazione come sempre intesa a far cassa e non per fini umanistici ed i numeri parlano chiaro. Fate un pò voi….

Leggi l’artcolo qui

L’emule

Chi pensava che Silvio Berlusconi fosse uscito dalla politica si sbagliava di grosso. Berlusconi c’è ed è vivo e vegeto ed è anche ringiovanito di una quarantina d’anni. Oggi si presenta con il nome di Matteo Renzi e rimbalza in lungo e in largo per tutta italia. Rispetto a Silvio però ha meno donne e questo un pò ci dispiace. Con Silvio qualche culo riuscivamo a vederlo, qualche gnocca in parlamento arrivava, con Renzi no. Negli show televisivi il giovane sindaco è di gran lunga superiore agli altri concorrenti. La freschezza del linguaggio e la snocciolatura di ricette salva italia fa si che lui surclassi gli altri a livello mediatico e di personalità. Renzi ha capito più degli altri, emulando appunto Silvio, che gli italiani sono cotti al punto giusto da ripropinargli un nuovo messia, che non sia un comico, ma che sia un ragazzo giovane, dalle idee chiare che metta sul piatto un programma per risollevare questo sgangherato paese. Fu così anche nel 1922 quando un giovane Mussolini si prese di diritto l’Italia e gli italiani governandoli per un ventennio, perchè fondamentalmente era quello che serviva: un leader forte e risoluto. Le folle osannavano il “Duce” e bevevano dalla sua coppa e la ricetta di Mussolini non era troppo dissimile da quella proposta da Renzi: tagliare senza mettere le mani in tasca ai cittadini. Mussolini lo fece dal ’22 al ’39 ridando una nuova spinta ad un italia tricolore. Evitate adesso di pensare che lo scrivente possa essere un fascista puro. E’ un analisi storica consultabile su tutti i libri non filtrati, dove trova in Indro Montanelli uno dei suoi più vivaci cantori. Sparito Silvio, Renzi ne eredita il testimone ma non nella casa del PDL che oramai è crollata sotto i colpi dell’idiozia dei suoi rappresentanti, ma bensì nella casa del nemico, quel PD totalmente allo sbando che si fa sbeffeggiare da un ragazzo che dice di voler cambiare tutto l’apparato e la nomenklatura. Loro la chiamano democrazia, io poca lungimiranza. Le primarie sono dietro l’angolo e dalle parole dopo si passerà ai fatti, quelli veri, ed il popolo del PD, ma anche della destra, si preparerà ad esprimere una preferenza verso il futuro presidente del consiglio. Ed è questo il lato buffo della questione: chi vince le primarie governerà perchè oramai c’è solo un popolo che andrà a votare, e non è certo quello del centro destra. L’alternativa al futuro leader del PD sarà Grillo e il suo movimento, un altro che tenta di emulare Berlusconi anche se ufficialmente ne prende le distanze. E l’italia e gli italiani? Ah già! Ci sono anche loro. Intanto continuiamo a stordirli con il sobrio governo tecnico che gli sta affamando poi si arriva noi, i salvatori della patria, tanto tra sei mesi nessuno si ricorderà più delle promesse fatte al popolo beota. E poco importerà se ci saranno ancora tutti sulle sedie del parlamento, male male daremo ancora la colpa a Berlusconi reo di aver creato dei cloni…

Tu vo fà l’amerigano…

Noi non siamo americani ne mai lo saremo. Per sfortuna o per fortuna. Alberto Sordi la descrisse molto bene la differenza tra noi e loro quando tentava di mangiare gli spaghetti con la marmellata bevendo latte. Noi siamo da maccheroni e da fiasco di vino. Non è una critica del noi meglio di loro o viceversa. E’ una semplice constatazione. Ma non è solo il cibo a fare la differenza. Nel 1492 (quasi 1500) quando Cristoforo Colombo, per un errore di rotta, approdò nel continente “americano”, noi avevamo già edificato il Duomo di Firenze e la Cappella Sistina, eravamo già pregni di storia quando la loro doveva ancora nascere. 280 anni dopo però, prima di quella che noi consideriamo l’età contemporanea sancita con la Rivoluzione Francese, gli americani o gli “occupanti” di quel continente avevano già fatto la loro rivoluzione producendo la famosa Dichiarazione di Indipendenza. La Rivoluzione Francese quindi non è stata una vera svolta perchè gli americani l’avevano già fatta un decennio prima. L’America di oggi è frutto di quella dichiarazione e chiunque abiti in quella terra si sente prima americano e poi quello che realmente è. Loro sono progrediti verso un marcato nazionalismo fino ad arrivare ad erigersi “paladini” del mondo libero, e noi, senza loro, parleremmo ancora tedesco…forse… Ma allora da dove nasce tutto questo interesse per le elezioni americane? Nasce da una profonda ignoranza e ipocrisia coltivata da una certa parte politica che vuol far credere che noi possiamo essere come loro. Kennedy, Reagan, Clinton e ultimo Obama miti da seguire per tentare di essere come loro. Ma per fare questo non bisogna desiderare di avere anche noi i loro politici, bisogna diventare in primis americani, con i loro pregi e i loro difetti. Loro sono una collettività, noi siamo individualisti. E’ questa la differenza che genera la loro politica. Loro sono Repubblicani e Democratici ma tutti sono americani. Noi invece siamo fascisti, comunisti, grillini, berlusconiani, vendoliani, democristiani, renziani, dipietrani, bersaniani e rimaniamo tali fino in fondo, pronti a sputarsi negli occhi e ad usare tutte le armi per sconfiggere il nemico anche a costo di minare il nostro stesso paese. E allora cari connazionali cosa significa per voi l’Election Day? Cosa conoscete dei candidati USA? Vi piace Obama perchè quasi nero? Allora siete falsi antirazzisti. Chi è per voi Obama e cosa rappresenta? Conoscete Romney? Conoscevate Bush? Dopo l’11 Settembre eravate tutti artificieri e esperti in demolizioni dei palazzi. Avete condannato Bush reo di aver iniziato una guerra non giusta. Ma sapete realmente di cosa state parlando o no? Andate negli stadi e vi scannate per una partita di calcio e volete essere americani. Siete mai stati ad un Superbowl  o a una finale NBA? Studiate la storia, studiate, informatevi sui candidati che nel futuro saranno in parlamento ad amministrarvi ed evitate di guardare in casa di altre nazioni o stati perchè i popoli non sono tutti uguali, anzi… Guardate che cosa è l’Italia oggi. Un accozzaglia di persone, un accozzaglia di amministratori, un accozzaglia di politici. E volete guardare all’America. In America ad ogni evento sportivo suonano l’inno e tutti lo cantano. Volete essere americani? Iniziate ad essere italiani poi… si vedrà!

L’unorismo, la politica e…. Grillo

Prendo dalla rete un ottimo spunto di Gianni Pardo sul confronto tra umorismo e politica, visto l’affacciarsi di numerosi comici sulla scena. La battuta di Churchill e il paragone con le malattie rendono bene l’idea di cosa siano le parole ma sopratutto i fatti. 

 di Gianni Pardo

Molti, dicendo che Beppe Grillo è un comico, lo squalificano. Con “comico” intendono “buffone”, “incompetente”, “ignorante”. E si sbagliano. I comici, o per meglio dire gli umoristi, sono molto di più. Se la farsa ha meccanismi elementari, per non dire primitivi, l’umorismo rappresenta un livello di pensiero cui moltissimi (persino fra i comici) non giungono neppure. La sua molla fondamentale è il senso critico accoppiato al coraggio di dire una verità “indecente”. Basti pensare alle mille barzellette sessuali o a quelle sulla suocera. Il senso critico mostra gli errori di molte convinzioni. La falsità di molte idee accettate. La stupidità a volte autolesionistica del conformismo. L’umorismo, che ne è figlio, ha il coraggio di dire le verità “scandalose” e infine la risata libera dallo scrupolo di accettarle come vere. Ha detto Nietzsche: “Lachen heisst: schadenfroh sein, aber mit gutem Gewissen”, ridere significa essere contenti di qualcosa di negativo, ma con buona coscienza. Ridendo ci assolviamo e facciamo credere agli altri che non prendiamo sul serio una verità che invece prendiamo sul serio. Un paio di esempi. In Wilson lo Zuccone Mark Twain ha scritto che Adamo “non desiderava il pomo per il pomo, lo desiderava solamente in quanto proibito. L’errore è stato di non proibire il serpente: se così fosse stato, Adamo avrebbe mangiato il serpente”. Ridiamo. Ma perché? Perché in fondo al cuore ci rendiamo conto che Dio avrebbe potuto risolvere tutto il problema non mettendo nell’Eden l’albero vietato. O vietando il serpente, come dice Twain. I teologi dicono che Dio ha creato l’uomo per renderlo felice ed anche voluto che questa felicità la meritasse; e per questo lo ha messo alla prova. È colpa dell’uomo, se ha fallito. Ma la tesi non regge. Se voglio rendere felice qualcuno non lo sottopongo a una prova in cui potrebbe fallire. Ti compro il gelato se attraversi la strada senza farti ammazzare. La prova dell’Eden non resiste alla logica ma tutto ciò è contro la religione e dunque bisogna riderne. Anche per conservare la “buona coscienza” di cui parla Nietzsche. Altro esempio, una famosa battuta di Woody Allen: “Non solo Dio non esiste, ma provate a trovare un idraulico di domenica”. Innanzi tutto chi ride lo fa dopo aver sentito affermare che Dio non esiste, e questa non è certo una frase da dire dinanzi ad un’assemblea di buoni borghesi. Poi il senso della battuta è che l’uomo moderno non soltanto non sente su di sé l’ala protettrice della Divina Provvidenza, non solo non spera nella Giustizia Finale e nel Paradiso, ma non sfugge neppure ai problemi più triviali. È la rappresentazione della miseria filosofica e della miseria pratica dell’individuo. Più efficace di un quaresimale.  Una delle tante battute di Churchill: “Il migliore argomento contro la democrazia è una conversazione di cinque minuti con un elettore medio”. Ecco la brillantissima sintesi di un lungo discorso. Lo statista dà elegantemente del cretino al prossimo medio e insiste nel contempo su un concetto serissimo: la democrazia è valida malgrado la sua vulnerabilità a quella demagogia che tanta presa ha sull’elettore medio. E qui si vede che umorismo e genio non sono in antitesi. Del resto Churchill in questo ha avuto dei colleghi illustri, da Voltaire a Bertrand Russel. Nel vero umorismo sono contenute grandi verità, perché esso nasce dalla capacità di vedere le incongruenze della realtà e la falsità di molte credenze. Esso ha il coraggio di strappare il velo del conformismo corrente, poiché però c’è chi di esso vive, certe verità si possono accennare solo per scherzo. Poteva dirle solo il buffone, a corte, perché era inteso che “esagerava”, “inventava”, parlava “per far ridere”. Senza magari badare al fatto che diceva la verità. In realtà tutti avevano voglia di udire quella verità “con buona coscienza”, accogliendola con una risata liberatoria. L’umorista incontra tuttavia il suo limite quando crede che basti diagnosticare una malattia per guarirla. La comicità è un solvente, un piccone, uno strumento di demolizione: non di costruzione. Churchill sapeva ridere e conquistare la Germania, ma è stato un’eccezione. Ecco l’errore di Grillo e di tutti quelli che lo seguono. Vedere gli errori, le ingiustizie, le inadeguatezze della società non corrisponde ad essere in grado di metterci rimedio. Qualunque medico è in grado di capire che cos’è un cancro e tuttavia neppure i luminari del mondo seppero salvare il giovane e brillante Giovanni Agnelli.  L’incontro con la realtà, per Beppe Grillo e per i “grillini”, non si annuncia gradevole.